Catania Pride 2021: “Alziamo le nostre voci e facciamo rumore”
“Alziamo le nostre voci e facciamo rumore”, così recita il documento del Catania Pride 2021. Un anno importante questo, che permette di tornare a farsi sentire dopo l’impedimento dello scorso anno causato dalla pandemia. Un’occasione per decantare l’oramai scomparsa Raffaella Carrà, artista anti tabù, icona dell’avanguardia.
Nella giornata di ieri, sabato 4 Settembre, la pioggia sotto cui si è svegliata la città di Catania si è presto trasformata in uno sfavillante arcobaleno. Nell’osservanza delle misure limitative per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, il Pride quest’anno ha assunto un profilo diverso, difatti si è scelto di rinunciare al consueto corteo che attraversava le vie del centro storico per soppiantarlo con una manifestazione “statica” in uno spazio più esteso e arieggiato, il lungomare della città. Ciononostante, non mancavano striscioni, megafoni, bandiere arcobaleno e musica: non perché il Pride sia uno spettacolo, un evento ludico o momento di folklore, ma perché il “rumore” si rende il veicolo utile a rivendicare i diritti umani, diritti che spettano a tutti, al di là di qualsiasi orientamento sessuale, culturale o religioso. La manifestazione ha preso avvio con le parole di Armando Caravini, presidente Arcigay Catania. «Siamo scesi in piazza per rivendicare con orgoglio la nostra esistenza ed anche i nostri diritti e, soprattutto, la nostra dignità», dice ancora «non ci stancheremo di scendere in piazza tante e altre volte, lottando e ribellandoci, chiedendo sempre a gran voce garanzie legislative, tempi di vita adeguati alle necessità delle nostre realtà, assistenza sanitaria alla pari di tutti coloro che la società ritiene “rispettabili” creando, con questa stessa demarcazione, una discriminazione che ogni giorno si compie sulle nostre esistenze.» A seguire, un contributo è stato dato dalle parole di Egle Doria, mamma e attrice catanese, nonché referente regionale di Famiglie Arcobaleno: «Alziamo tutti insieme le nostre voci e facciamo rumore. Alziamo la voce per difendere i nostri corpi dalla violenza incontrastata che ogni giorno lacera la nostra dignità con la pretesa di poterci controllare, di poter dettare leggi sui nostri divergenti, femminili o femminilizzati, intersessuali, non binari, non stereotipati. Corpi la cui libertà diventa minaccia per l’ordine costituito. Noi invece alziamo la voce per il nostro diritto di sentirci ed esprimerci sulla base della nostra autodeterminazione.» Sempre sullo stesso palchetto, in piazza Nettuno, racconti di esperienza di vita si sono intrecciati. Le drag queen si sono esibite omaggiando con il proprio contributo la libertà e l’emancipazione femminile. L’orgoglio e il rumore di questa manifestazione sono un grido in faccia a coloro i quali vorrebbero sopprimere esistenze diverse dalla propria. E’ necessario che vengano abbattuti e decostruiti tutte quegli stereotipi decantati dalla società. «Perché ci siamo, esistiamo, resistiamo!».