Inaugurato il “Polo sociale integrato” di Catania

E’ operativo il “Polo sociale integrato” di Catania, centro polifunzionale per l’integrazione dei cittadini stranieri. L’iniziativa è finanziata dal governo Musumeci, attraverso l’Ufficio speciale immigrazione, all’interno del programma Su.Pr.Eme con i fondi Amif-Emergency funds della Commissione europea – Dg Migration and home affairs.
Il “Polo sociale integrato”, attivo sia a Catania sia a Scordia, è un servizio orientato agli stranieri presenti nel territorio di tutta la Città Metropolitana.
L’obiettivo di tutti i centri polifunzionali è migliorare la qualità e l’accessibilità al sistema dei servizi territoriali (sociali, sanitari, logistici, abitativi, di politica attiva). I Poli sociali integrati nascono da un lavoro di co-progettazione tra l’Ufficio speciale immigrazione della Regione Siciliana e i soggetti pubblici e del terzo settore che hanno partecipato all’avviso pubblico. La dotazione finanziaria per l’attivazione di queste strutture ammonta a 1 milione e 400 mila euro.
Il Polo di Catania valorizza la complementarietà delle iniziative già presenti sul territorio di Catania, come il “Punto di accesso” ai servizi per i cittadini stranieri, nato attraverso il Progetto “Prisma” e di cui la Regione è capofila. Il “Polo” etneo sarà attivo a Catania, nell’immobile messo a disposizione dal Comune in via Passo Gravina 19, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 e a Scordia, nei locali messi a disposizione dalla cooperativa “I girasoli” in piazza Regina Margherita , il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13. A gestirlo è il Consorzio “Il Nodo”.
Con l’attivazione dei poli in tutte le province siciliane si intende: razionalizzare gli interventi esistenti incentivando la collaborazione tra servizi pubblici e privati; sviluppare strategie territoriali in grado di strutturare un’offerta di servizi utili a prevenire e contrastare lo sfruttamento lavorativo; migliorare l’occupabilità dei destinatari e accompagnarli verso l’autonomia; assicurare adeguate misure di prevenzione e tutela della salute sui luoghi di vita e di lavoro; promuovere processi sostenibili di integrazione sociale ed economica; sostenere l’innovazione della governance regionale e interregionale e favorire modelli efficaci di intervento della pubblica amministrazione.
L’iniziativa rientra all’interno di Su.Pr.Eme. Italia, (Sud Protagonista nel superamento delle emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle cinque regioni meno sviluppate) progetto inserito nell’ambito del piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato, approvato in seno allo specifico “tavolo caporalato”, promosso dalla direzione generale Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.