Le reazioni dei sindaci siciliani all’ultimo Dpcm
Le reazioni dei sindaci di due delle tre città metropolitane siciliane, Palermo e Messina (Catania al momento non ha primo cittadino), sono esattamente opposte. Leoluca Orlando approva, Cateno De Luca critica.
Afferma Leoluca Orlando che è anche presidente di Anci Sicilia: “Prendo atto del fatto che il Governo nazionale ed il presidente Conte abbiano rivisto la propria posizione, ascoltando la presa di posizione dei sindaci di tutta Italia e modificando in corso d’opera il Dpcm ed evitando di scaricare inattuabili responsabilità sulle amministrazioni comunali”.
“Resto fermamente convinto della necessità, per porre un freno al dilagare dei contagi in tutta Italia, di poter applicare restrizioni anche molto significative che limitino la possibilità di assembramenti pericolosi. – continua – Ma perché i provvedimenti assunti siano efficaci e non delle mere grida manzoniane, è necessario, assolutamente necessario e indispensabile, il coinvolgimento dei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza in modo che ai provvedimenti restrittivi seguano controlli efficaci che coinvolgano tutte le forze dell’ordine in modo coordinato”
Di tono totalmente contrario Cateno De Luca, sindaco di Messina: “Dopo quanto assistito ieri dalla premiata ditta Conte, con quanto detto in conferenza stampa poi corretto in nottata, mi rendo conto che siamo in mano a gente che non è in grado di gestire una situazione del genere. Come per le scelte sulla movida, anche quelle sulla scuola mettono in luce un dato: l’imbarazzante improvvisazione”.
“Nei prossimi giorni – aggiunge – definiremo un nostro percorso, anche perché da parte del Governo si è già provveduto con tale DPCM a scaricare sui sindaci la responsabilità di scelte che non si è avuto il coraggio di prendere in ambito nazionale. A Messina infatti presenterò una mia ordinanza per cercare di evitare la morte economica prevista dalle nuove disposizioni nazionali”.
“Quella del Governo Conte si chiama istigazione al suicidio economico creata dalla sprovveduta visione del bene comune. Il presidente del Consiglio – conclude – sta infatti ammazzando la nostra economia, colpendo una parte dei piccoli imprenditori. Ha detto in conferenza stampa che comunque saranno ristorati? Non mi fido. Da sindaco pretendo che tiri fuori i soldi e li trasferisca a tutte le attività che ha chiuso. In città tante di queste sono state da noi aiutati con la Messina Social Card, che a questo punto non esiterò a reintrodurre. Non posso far morire la gente”.