L’Etna continua a dare spettacolo con getti di lava alti mille metri
L’Etna, dopo le importanti eruzioni vulcaniche – con le fontane di lava altissime – che sono iniziate il 16 febbraio, poi il 17 e il 18 di notte e il 19, in sostanza una ogni 30 ore circa, continua con la sua attività eruttiva.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che nella notte sul cratere di Sud-Est si sono attivate altre bocche, in direzione della “bocca della sella”, producendo fontane di lava ed attività stromboliana. Dopo la mezzanotte tra sabato e domenica l’attività si è improvvisamente intensificata, generando getti di lava alti 800-1000 m sopra il Cratere di Sud-Est. Poco dopo ha avuto inizio un trabocco lavico dalla “bocca della sella” alimentando un flusso lavico diretto verso sud-ovest. Una colonna eruttiva si è alzata diversi chilometri sopra la cima dell’Etna. L’ampiezza media del tremore vulcanico ha raggiunto valori molto elevati, superiori a quelli registrati nei parossismi precedenti. La localizzazione della sorgente del tremore permane al di sotto del Cratere di Sud Est. Anche i segnali infrasonici mostrano valori molto elevati sia nel tasso di accadimento che nell’energia dei transienti infrasonici. Durante l’evento eruttivo in corso i dati di deformazione confermano modeste variazioni registrate alla rete clinometrica.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, verso le ore 20 di sabato aveva comunicato che l’attività stromboliana alla bocca orientale del Cratere di Sud Est si è progressivamente intensifica. Inoltre si sono osservati bagliori fluttuanti da una bocca più verso Ovest e alla “bocca della sella“.
Dalle 19,30 circa l’ampiezza media del tremore vulcanico aveva mostrato un repentino ulteriore incremento. La sorgente del tremore risulta localizzata al di sotto del Cratere di Sud Est, nell’intervallo di profondità 2600-2700 metri sopra il livello del mare.
L’attività infrasonica risultava molta sostenuta con un alto tasso di accadimento dei transienti infrasonici che risultano localizzati in corrispondenza del Cratere di Sud Est.
Verso le ore 21,30 le telecamere di sorveglianza avevano osservato un trabocco lavico dalla bocca orientale del Cratere di Sud Est. Mentre il flusso lavico si sta dirigendo verso la Valle del Bove, l’ampiezza del tremore vulcanico ha continuato ad aumentare.
Verso le ore 22 l’attività alla bocca orientale del Cratere di Sud Est era gradualmente passata ad una fontana di lava pulsante. Il flusso lavico generato dal trabocco sul fianco orientale del cono, comunicato precedentemente, ha percorso circa 150-200 m.
L’ampiezza media del tremore vulcanico mostra valori elevati con tendenza all’incremento. La sorgente del tremore risultava localizzata al di sotto del Cratere di Sud Est, nell’intervallo di profondità 2800-2900 metri sopra il livello del mare.
Anche l’attività infrasonica aveva raggiunto livelli elevati; il tasso di accadimento e l’energia dei transienti infrasonici sono in aumento.
Verso le ore 23,20 l’attività di fontana di lava si era ulteriore intensificata, restando tuttavia confinata nella parte orientale del Cratere di Sud-Est. Una colonna eruttiva relativamente diluita si sta formando sopra la cima del vulcano.
La colata lavica diretta verso la Valle del Bove aveva raggiunto una lunghezza di circa 1 km, con un fronte che si attesta intorno a 2800 metri.
L’ampiezza media del tremore vulcanico mostrava valori elevati con tendenza ad ulteriore incremento. La localizzazione della sorgente del tremore permane al di sotto del Cratere di Sud Est.
Anche i segnali infrasonici sono in incremento sia nel tasso di accadimento che nell’energia dei transienti infrasonici.
I dati di deformazione della rete GPS non registrano variazioni significative, mentre la rete clinometrica evidenzia variazioni contenute (0.1 – 1 microradianti).
Le spettacolari immagini che l’Etna ha offerto agli abitanti dei paesi sia pedemontani, sia dei paesi limitrofi, fino alla costa, hanno fatto il giro del mondo per la sua spettacolarità. Quattro eruzioni in circa quattro giorni, con la cenere emessa dal cratere che per alcuni chilometri ha sovrastato il territorio Catanese, cadendo successivamente sui centri abitati, con piogge di lapilli di diverse dimensioni, anche considerevoli, sta continuando a destare fortissimo interesse tra i Vulcanologi dell’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo.