Nessuno Tocchi Caino: un garante dei detenuti per ogni comune

“I dati del sovraffollamento carcerario del nostro paese sono di oltre il 150% in più rispetto al limite consentito. Come dirigente del dipartimento Giustizia della Democrazia Cristiana nuova in Sicilia mi trovo perfettamente in linea con la posizione del nostro Commissario regionale Totò Cuffaro che sostiene con veemenza la proposta dell’On. Giachetti circa l’allargamento dello sconto di pena da 45 a 75 giorni l’anno per chi in carcere ha avuto una buona condotta”. Lo dichiara Eleonora Gazziano.
“A dare corpo a queste proposte – continua – anche la nostra Rita Bernardini in digiuno da 25 giorni per il sovraffollamento, digiuno che a staffetta ho sostenuto per 72 ore insieme alla mia amica e compagna di lotta Politica Sabrina Renna (componente del direttivo di nessuno Tocchi Caino e consigliere comunale nella città di Acireale)”.
“Riportando il dato emergenziale, circa il sovraffollamento carcerario aggravato dalla pandemia, ad una dimensione regionale siciliana, come dipartimento giustizia della Democrazia Cristiana, insieme a tutti i miei colleghi dirigenti provinciali Avv. Lidia Licata, Avv. Marco Traina, Avv. Andrea Piazza, Avv. Letterio Interdonato, Avv Antonino Lattuca, abbiamo presentato in tutti i comuni una mozione per richiedere la nomina di un garante comunale per vigilare sui diritti dei cittadini delle cittadine detenute, figura di supporto al Prof Giovanni Fiandaca, già garante regionale dei detenuti”, ha aggiunto.
“La figura di un garante comunale in una situazione emergenziale come questa potrebbe essere la svolta per le istanze dei nostri cittadini e cittadine privati della libertà. Ho lottato digiunando un anno fa insieme al Comitato Esistono i Diritti – ricorda- affinché a Palermo venisse costituita la figura del Garante comunale per i cittadini detenuti, e alla fine ci siamo riusciti, la figura è stata prevista ma non ancora nominata”.
“La democrazia Cristiana Sicilia chiede con veemenza che tutti i comuni che hanno ricevuto le nostre istanze provvedano ad accelerare l’iter per la costruzione del garante comunale dei cittadini detenuti, le istituzioni – conclude Eleonora Gazziano – non possono voltarsi dall’altra parte perché dove c’è strage di diritti c’è strage di popoli”.
“Come componente del consiglio direttivo di Nessuno Tocchi Caino non posso che significare la laboriosità con la quale la nostra Presidente Rita Bernardini sta conducendo il suo digiuno di dialogo che dura da 25 giorni”, dichiara il commissario regionale della Democrazia Cristiana nuova, Salvatore Cuffaro.
“Un digiuno che pone al centro della lotta politica nonviolenta il sovraffollamento degli istituti penitenziari del nostro Paese in questo particolare momento storico pandemico, ma che vede la speranza di un miglioramento nella proposta dell’on. Giachetti”, continua.
“Un digiuno che sta producendo più di un risultato positivo per tutti i cittadini detenuti del nostro paese, il corpo e la volontà di Rita Bernardini sono infatti per tutti noi strumento di lotta politica e di dialogo con le istituzioni”, prosegue.
“Le prime risposte vantaggiose si sono ottenute durante l’interlocuzione avuta con il ministro Marta Cartabia circa il miglioramento della vita detentiva, risposte condivise anche dal prof. Marco Rutolo (che ha diretto la commissione Cartabia circa il miglioramento della vita detentiva e Ordinario di diritto costituzionale presso l’università Roma Tre)”, aggiunge.
“Inoltre apprendo con grande piacere da un articolo del “Il Riformista” che, esattamente come me, anche lo stesso prof. Marco Rutolo è d’accordo sulla promozione della proposta di Giachetti circa l’aumento a 75 giorni dell’ liberazione anticipata speciale”, afferma.
“Attendiamo adesso che la nostra Rita Bernardini venga ricevuta dal Dott. Bernardo Petralia (capo del DAP), incontro previsto per il 3 gennaio 2022. Sono uscito dal carcere di Opera dopo il congresso di Nessuno Tocchi Caino, portandomi dentro lo sguardo di tutti i miei fratelli detenuti, con una tacita promessa fatta a loro e a me stesso, una promessa sempre rinnovata, la promessa di essere per loro motivo di speranza, con l’impegno – conclude – di far capire alle istituzioni ed alla società che il carcere non è storia di corpi ma di anime”.