Si è volta la giornata mondiale del diabete

Si è svolta il 14 novembre  la giornata mondiale del diabete che serve per attuare un programma di sensibilizzazione delle persone su una malattia in espansione e davvero rischiosa. Oggi è il Covid a tenere tristemente banco e se ne parla in lungo e largo, nei notiziari, sul web e in TV e sembra che le altre malattie siano state assolutamente dimenticate o rimosse. Mentre in realtà si continua ad ammalarsi e morire per altri mali, i quali sono anche più letali del coronavirus. Spesso sono associate alle complicanze che derivano con l’infezione e diventano le cause principale delle morti da Coronavirus, in quanto aumentano i suoi effetti. La data che è stata scelta per la giornata del diabete è legata al giorno di nascita del fisiologo canadese Frederick Grant Banting. Egli, insieme a Charles Herbert Best, fu lo scopritore dell’insulina, nel 1921, che consentì il  “declassamento” del diabete da una malattia mortale a una malattia controllabile. A tale proposito sulla  portata mondiale e siciliana a margine della conferenza il Prof. Massimo Buscema, Direttore UOC Endocrinologia e malattie del metabolismo dell’ospedale Cannizzaro di Catania, ha indicato i dati e ha parlato delle pratiche della prevenzione e anche del Covid, che è in stretto collegamento con il diabete più di quanto si possa pensare.  Massimo Buscema si è affidato, intanto, ai numeri: “Secondo i dati della World Diabetes Federation, pubblicati nel 2017, sono 415 milioni le persone che vivono con il diabete nel mondo (1 adulto su 11), numero in costante incremento (si stimano 642 milioni nel 2040). In Italia, l’Istituto nazionale di statistica (Istat) stima che nel 2016 i diabetici sono oltre 3 milioni, cioè il 5,3% dell’intera popolazione“.
“Nella Regione Siciliana si stima la presenza di circa 340mila pazienti con diabete Tipo 2, di cui il 20% in trattamento insulinico, e 14mila con diabete Tipo 1. Circa un terzo di questi pazienti ha sofferto o soffre di almeno una delle complicanze più frequenti rappresentate dalla retinopatia diabetica (20%), dalla cardiopatia ischemica (15%), dalla nefropatia diabetica (4%), dall’ictus (3%) e dalle amputazioni (1%). Inoltre circa 46mila pazienti diabetici siciliani, ogni anno, fanno ricorso a ricoveri ospedalieri in regime ordinario per qualsiasi causa. Esaminando le diagnosi principali associate ai ricoveri, emerge che fra le prime 20 ben 8 sono rappresentate da malattie cardiovascolari. Infine, il diabete, con i suoi circa 2.500 decessi l’anno per mancata prevenzione delle complicanze, costituisce la quarta causa di mortalità nella popolazione siciliana”. Poi per quanto riguarda la prevenzione bisogna operare soprattutto con programmi di sensibilizzazione che vuol dire, innanzitutto, indicare quel che si deve fare per evitare la malattia, in modo tale da non trascurare e non sottovalutare neanche il minimo sospetto. Il professore Buscema ha dato dei consigli mirati  per poter prevenire l’insorgere di questa insidiosissima malattia.
“La prevenzione del diabete – dichiara – è possibile e anche molto semplice. Studi come il Diabetes Prevention Program e il Finnish Diabetes Prevention Study, infatti, hanno dimostrato che una dieta bilanciata (mangiando meno grassi e più frutta e verdura), il controllo del peso e una vita il meno possibile sedentaria permettono di ridurre del 60% il rischio di diabete per i soggetti ad alto rischio. Inoltre, i soggetti a rischio, cioè quelli con un’età superiore a 45 anni, in sovrappeso, sedentari o con familiarità per diabete, dovrebbero tenere d’occhio l’eventuale insorgenza dei primi sintomi della malattia per evitare che il diabete venga diagnosticato troppo tardi”. Bisogna considerare anche l’impatto sul sistema sanitario nazionale proprio in un periodo in cui la sanità nazionale è sottoposta ad un insostenibile pressione, con il rischio di non riuscire a reggere alla seconda ondata Covid, e, quindi, diventa sempre più difficile occuparsi anche delle altre patologie. L’analisi e la sintesi del Direttore UOC Endocrinologia e malattie del metabolismo dell’ospedale Cannizzaro è assai chiara ed esplicativa e il professor dice che “il diabete pesa enormemente sulla casse statali. Basti pensare che il 10% del budget sanitario in Italia è investito nel diabete e che il costo medio annuo per una persona con diabete non complicato in Italia è di 2.800 euro. Tuttavia, considerando che i ricoveri ospedalieri rappresentano il 60% del costo complessivo e che i nuovi farmaci ipoglicemizzanti dimostrano ridurre l’incidenza e l’ospedalizzazione per malattie cardiovascolari, un corretto utilizzo di tali farmaci, apparentemente più costosi rispetto a quelli di vecchia generazione, consentirà nel medio-lungo termine un notevole risparmio anche in termini di spesa sanitaria oltre che, in primis, di vite umane”. Lo stesso Buscema denuncia la costante diminuzione dei medici Diabetologi in servizio. “È fondamentale – dice – l’assunzione di nuovi Diabetologi per fronteggiare questa marea montante di pazienti che, giustamente, chiedono accesso alle cure. Altra azione necessaria è la applicazione fattiva del ‘Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per la gestione integrata delle persone con diabete mellito dell’età adulta’ della Regione Siciliana, valido documento che stabilisce chi e come tra i medici di Medicina Generale, gli Specialisti Ambulatoriali e i Centri Ospedalieri deve prendersi carico delle differenti tipologie di pazienti diabetici (destinando, per esempio, ai centri ospedalieri solo i pazienti complicati)”.
I diabetici naturalmente devono costantemente tenere sotto controllo il loro livello glicemico e oggi ci sono nuovi metodi al passo con i tempi e meno invasivi per i pazienti. “Dal punto del monitoraggio glicemico, – ha dichiarato Buscema – la Regione Sicilia ha autorizzato da poche settimane e in notevole ritardo rispetto alle altre regioni italiane, la prescrivibilità del sistema Flash per i pazienti con diabete di tipo 2, previsto finora solo per i pazienti di tipo 1. Si tratta di un piccolo sensore che si applica sulla parte posteriore del braccio, eliminando la puntura del dito, in grado di misurare la glicemia e di fornire informazioni importanti sul profilo metabolico. Una migliore consapevolezza sull’andamento glicemico dei pazienti porterà indubbiamente a una riduzione dei costi nel medio termine in termini di ospedalizzazione e morbilità“. Sulla questione Covid e diabete preoccupa non solo l’ ipotetico rischio maggiore di contrare il virus da parte dei diabetici, bensì i problemi  che ne derivano dalla gestione della malattia. Basti pensare che il professore Buscema ha parlato di “problemi enormi. Si sarebbe potuto fare tanto in passato per la gestione dei pazienti cronici attraverso la telemedicina, ma ciò non è avvenuto e, in atto, il nostro Paese è notevolmente indietro in tal senso dal punto di vista normativo, strutturale e medico-legale. Inoltre, l’indirizzo del Governo Regionale di sospendere le visite programmatiche per le patologie croniche come il diabete durante la prima ondata Covid-19 ha creato danni ingenti in termini di scompenso glicometabolico e di aderenza dei pazienti alle cure e ai controlli”.
“L’inspiegabile mancata  applicazione delle Linee di Indirizzo generali sul Covid-19 dell’Oms e del Ministero della Salute – conclude – che prevedono che ‘ogni Regione deve identificare una o più strutture/stabilimenti da dedicare alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid-19 (Covid Hospital)’ ha creato caos e promiscuità e il prezzo lo stanno pagando le categorie fragili come i pazienti diabetici. Insomma, temo che quando, la tempesta Covid-19 sarà passata le vere macerie saranno purtroppo rappresentate dai nostri maltrattati pazienti affetti da patologie oncologiche o croniche come il diabete“.
Sono importanti dichiarazioni che ci aiutano a riflettere seriamente su questa malattia e sulle implicazioni con l’emergenza sanitaria che viviamo.