Caro materiali e aumento di carburante e gas: l’allarme di Ance Sicilia
«Il caro-carburanti, gas ed energia, i prezzi alle stelle delle materie prime, la difficoltà a reperirle e la chiusura degli impianti di produzione strozzati dal caro-bollette rendono impossibile proseguire le attività dei cantieri e costringono le imprese edili siciliane a sospendere tutto e a porre il personale in cassa integrazione per difficoltà di approvvigionamento dei materiali. E’ a rischio la sopravvivenza dell’intero comparto».
Lo annuncia Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia, che aggiunge: «Cominceranno le imprese del settore dei lavori stradali, a causa dell’aumento del 600% del costo dell’asfalto, che non rende più sostenibile l’esecuzione di interventi ai prezzi fissati all’atto dell’aggiudicazione dell’appalto. Seguiranno le imprese impegnate nei cantieri del ‘Superbonus 110%’ e del ‘Bonus facciate’ e, quindi, quelle interessate dalle infrastrutture strategiche e dagli appalti finanziati dal ‘Pnrr’. E’ persino a rischio la possibilità di completare le opere del ‘Pnrr’ entro le scadenze concordate con l’Ue».
«Servono misure vere di emergenza – è il grido d’allarme del presidente dei costruttori siciliani – per salvare dal disastro il settore che più di tutti ha garantito la ripresa del Paese e della Sicilia. Non possiamo più attendere: i prezzi di bitume, acciaio e alluminio sono inarrivabili, tutti gli altri materiali scarseggiano e sono troppo cari; in più, la volatilità delle tariffe di elettricità, gas e carburanti rende insostenibile l’economia dei cantieri e i trasporti».
Cutrone rivolge un appello al governatore Nello Musumeci, al governo regionale, ai deputati dell’Ars e ai parlamentari nazionali eletti in Sicilia, affinchè tutti insieme pressino sul governo nazionale e su Camera e Senato perché “siano adottate tutte le necessarie misure per calmierare i prezzi e per compensare adeguatamente gli aumenti intervenuti in fase di avanzamento dei lavori. Non ci bastano le misure varate finora in modo surrettizio e figurativo. Ed è anche necessaria una proroga dei termini del Superbonus 110%: in queste condizioni di difficoltà sarà impossibile completare entro il prossimo mese di giugno il 30% dei lavori nel caso di villette ed edifici unifamiliari”.
«Bisogna aiutare le imprese – conclude Cutrone – ad affrontare i maggiori costi. Il mercato peggiora di giorno in giorno, ormai è fuori controllo. Per questo occorre che le stazioni appaltanti applichino un adeguamento automatico dei prezzi delle forniture e dei materiali ai valori correnti di mercato».
«Il settore delle costruzioni rischia di fermarsi ancora una volta: l’impennata dei prezzi e la difficoltà di reperire i materiali sono ormai un dato di fatto. Chiediamo interventi immediati perché il rischio è il blocco dei cantieri, tutti, compresi quelli del Pnrr; quindi il blocco del Paese e dell’intero sistema economico». Questo l’allarme lanciato dal presidente di Ance Catania Rosario Fresta, «non un grido isolato – sottolinea – ma un appello che si unisce a quello di tutto il comparto, nessuno escluso; un grido corale che interessa tutto il nostro Paese: l’Italia, che va da Sud a Nord, senza eccezione alcuna».
«I prezzi dei materiali – evidenzia Fresta – già raddoppiati nell’ultimo anno, non hanno arrestato la loro corsa al rialzo. A ciò si aggiunge la difficoltà di reperire, se non a costi elevati e insostenibili, bitume, acciaio, alluminio e altri ancora. E anche l’elevato rialzo dei prezzi di carburante e gas, che sta mettendo in difficoltà il settore dei trasporti e del movimento terra, prioritari nel comparto, compresa la gestione delle consegne. Tanti i segnali degli associati in merito al rischio di un fermo dei cantieri. Una situazione fuori controllo. Emergenze – avverte – che le misure varate finora non possono in alcun modo arginare, come già sottolineato dal Presidente Ance nazionale Gabriele Buia».
«Occorrono contromisure immediate, come l’adeguamento automatico dei prezzi ai valori correnti per tutte le stazioni appaltanti e misure efficaci di compensazione degli aumenti subiti, perché nessuna impresa sarà in grado di realizzare le opere che gli sono state commissionate – sottolinea Fresta – In questo modo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza resterà solo un bel documento e al nostro Paese la sconfitta per una ripresa mancata, unica nel tempo e nel suo genere».
«Certo – continua il presidente dei Costruttori etnei – non ignoriamo la gravità del momento e le difficoltà che il Governo nazionale sta affrontando, ma il grido di allarme lanciato da Ance a tutti i livelli, nazionale, regionale e territoriale, richiede risposte concrete e immediate e non accettiamo l’idea che possa essere sottovalutata o posticipata una radicale soluzione».
«Alta l’attenzione al Pnrr – aggiunge – che proprio in questi mesi dovrà entrare nella fase attuativa per rispettare le stringenti scadenze necessarie per l’ottenimento dei fondi. Per questo Ance Catania, nell’ambito di un monitoraggio nazionale sullo stato della progettazione, ha avviato un’indagine presso le Amministrazioni locali, destinatarie a livello nazionale di quasi la metà dei 108 miliardi di euro di investimenti di interesse per il settore. Una rilevazione che – prosegue Fresta – attraverso i dati raccolti sulla base di una scheda inviata ai Comuni Etnei, ha l’obiettivo di rilevare in modo aggregato le eventuali criticità, così da consentire di trovare per tempo le soluzioni più opportune per evitare il rischio di perdita del finanziamento, perché, accanto alla preoccupazione sull’andamento dei prezzi e sulla disponibilità dei materiali, si aggiunge il timore sulle reali capacità delle amministrazioni di portare avanti le iniziative. Una scommessa il Pnrr – conclude – che va giocata in squadra».