Caso Caronia nuova ipotesi, procuratore Cavallo: “Conclusioni ardite”

Dopo un ennesimo esame condotto sui corpi di Viviana Parisi e del piccolo Gioele, nuovi elementi sono stati raccolti dai consulenti della famiglia Mondello nel corso di un sopralluogo condotto, assieme alle Forze dell’Ordine, nel bosco di Caronia. Battuto il tratto parallelo all’autostrada fino al traliccio, laddove lo scorso agosto erano stati rinvenuti i corpi senza vita della donna e del bambino, rispettivamente l’8 ed il 19. Presenti alla battuta il medico legale, Antonio Della Valle, e il criminologo investigatore, Carmelo Lavorino. È stato proprio Lavorino a specificare la partecipazione alla perlustrazione dei “due medici legali consulenti della Procura di Patti, dottoresse Sapienza e Ventura ed esperti della Polizia Scientifica“.

Ecco cosa avrebbero appurato i consulenti della famiglia Mondello. Le dichiarazioni di Lavorino: “Il corpo della donna è stato trasportato sotto il pilone da chi conosceva con esattezza i luoghi, nei pressi del traliccio c’è un sentiero carrabile che potrebbe essere stato percorso dall’auto su cui è stato trasportato il cadavere. Viviana non avrebbe mai potuto arrampicarsi su quel traliccio, oggi abbiamo avuto l’ennesima conferma. Siamo davanti ad un chiaro depistaggio“. A detta degli esperti, Viviana non ha potuto percorrere quel sentiero e raggiungere quel traliccio dalla piazzola di sosta della A20 perché – dicono – “Abbiamo constatato difficoltà logistiche di movimento che fermerebbero chiunque“.

L’ipotesi avanzata dai legali di Daniele Mondello sarebbe, dunque, quella dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere. Blocca il Procuratore di Patti, Angelo Vittorio Cavallo: “Conclusioni ardite“. “Per noi, – spiega il magistrato – fermo restando che le consulenze devono essere ancora depositate, e prevediamo quella di Viviana a fine marzo, tutto conduce ad un evento compatibile con un suicidio, con precipitazione dal traliccio“. Dopo che tutte le ipotesi alternative possibili sono state passate al vaglio dice: “In ogni caso, confrontando ed incrociando dichiarazioni, risultati di tabulati telefonici, indagini tecniche, accertamenti genetici eccetera e per tale motivo non condividiamo le conclusioni dei consulenti di parte, che riteniamo quanto meno ardite“.

Intanto, continuano gli esami sul piccolo Gioele che secondo quanto spiega il procuratore di Patti: “richiederanno ancora qualche tempo alla luce delle condizioni in cui è stato ritrovato” dall’ex carabiniere Di Bello, autore del macabro ritrovamento. L’esame “ad opera dei consulenti di parte è stato fatto, nel rispetto del codice, per mero spirito di collaborazione – conclude il magistrato Cavalloed esclusivamente perché siamo alla ricerca della verità e non abbiamo nulla da nascondere – dice – tutto ciò al pari degli altri esami da noi già svolti in passato e che le parti ci hanno chiesto di ripetere. Ovviamente senza apportare alcun elemento di novità alle indagini“.

Se, dunque, i periti di parte adducono la ricostruzione di una messa in scena giusta la quale mamma e figlio sarebbero stati uccisi e soltanto in seguito trasportati in quei luoghi, la Procura che si occupa del caso smentisce la possibile aggressione da parte di uomini o animali. ”Queste convinzioni – spiega Lavorinoci vengono dal fatto che non ci sono prove o impronte di Viviana sul traliccio, il corpo è posizionato non in modo conforme con una caduta dall’alto e inoltre ad una distanza inusuale. Inoltre, per come è stato realizzato il traliccio, e visto che era incandescente ad agosto, sarebbe stato impossibile per chiunque arrampicarsi sopra. Infine, il luogo era raggiungibile in auto e non a piedi per la presenza di rovi e per la mancanza di sentieri agibili, dunque è probabile che qualcuno abbia ucciso prima la donna e poi l’abbia portata qui per simulare il suicidio. Certezze che ci sono state confermate dopo l’esame esterno del corpo di Viviana e dei resti del piccolo. Il corpo della donna aveva la frattura di due vertebre della colonna vertebrale e della testa del femore“. – fa sapere il criminologo.

La morte si deve attribuire a lesioni da precipitazione, – dice il ancora Lavorinopresumibilmente ad una caduta ma non dal traliccio. Aspetteremo comunque il deposito delle ultime consulenze dei periti della Procura di Patti, poi faremo le nostre controdeduzioni, siamo certi che per noi Viviana è stata ammazzata, e qualcuno poi ha cercato di mettere gli inquirenti su una strada sbagliata trascinando il corpo sotto il traliccio”. Ad oggi, alla luce di quanto emerso, il giallo di Caronia rimane irrisolto. Si attendono ulteriori risvolti dagli esami tuttora in corso.