C’era una volta la ferrovia Alcantara-Randazzo

C’era una volta… cominciano così tante favole per bambini, tutte a lieto fine. Purtroppo, questa volta non è un fiaba ma una storia vera, non è per bambini ma per tutti e non è per niente a lieto fine. Almeno, per il momento. Dicevamo, c’era una volta la ferrovia Alcantara-Randazzo. La storia comincia nel 1873 quando viene elaborato il primo progetto. Passano diversi anni, anche perché l’attenzione viene concentrata sulla realizzazione della Ferrovia Circumetnea, e si arriva al 1928 quando cominciarono i primi lavori. Non ci fu fortuna neppure in questo caso, tra crisi economica e Seconda Guerra Mondiale, la linea ferrata fu inaugurata dopo oltre 30 anni: il 31 maggio 1959. Pur fra mille difficoltà il servizio cominciò a funzionare: mezzi quasi obsoleti, riduzione del periodo estivo e assenza di una fermata nei pressi delle Gole dell’Alcantara, la località turistica più importante della zona. Nel 1981, un’eruzione dell’Etna interruppe la linea e il collegamento tra Randazzo e Moio Alcantara fu effettuato attraverso pullman fino al 1983. Nel 1994 la linea viene chiusa per lavori di ammodernamento ma, nonostante gli interventi ed i buoni propositi circa un rilancio turistico, da allora non è più rientrata in funzione. Nel 2002 RFi mette la parola fine alla difficile vita della ferrovia Alcantara-Randazzo con l’emanazione un provvedimento di chiusra definitiva e la rinuncia, inviata al Ministero dei Trasporti, della concessione di esercizio della linea. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, con un provvedimento del novembre 2011, ne autorizza la definitiva dismissione.
La storia, per fortuna non finisce qui. Il 2 agosto 2017 il Senato approva, in via definitiva, un disegno di legge che consente l’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico. Sono 18 linee ferroviarie turistiche che possono essere subito classificate come tali mediante decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Tra queste c’è anche la Alcantara-Randazzo. Ecco l’elenco completo: Sulmona-Castel di Sangro; Cosenza-San Giovanni in Fiore; Avellino-Lioni-Rocchetta Sant’Antonio; Sacile-Gemona; Palazzolo-Paratico; Castel di Sangro-Carpinone; Ceva-Ormea; Mandas-Arbatax; Isili-Sorgono; Sassari-Palau Marina; Macomer-Bosa; Alcantara-Randazzo; Castelvetrano-Porto Palo di Menfi; Agrigento Bassa-Porto Empedocle; Noto-Pachino; Asciano-Monte Antico; Civitavecchia-Capranica-Orte; Fano-Urbino.
La legge, spiega Rfi, è finalizzata a favorire la salvaguardia e la valorizzazione delle linee ferroviarie di particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico, compresi i tracciati ferroviari, le stazioni e le relative opere d’arte e pertinenze, oltre che dei convogli storici e turistici abilitati a percorrerle.
L’istituzione delle ferrovie turistiche attraverso il reimpiego delle linee in disuso in aree di pregio, alcune delle quali risalgono alla fine dell’Ottocento, prevede anche l’allestimento di nuovi spazi museali che insieme alla valorizzazione dei mezzi ferroviari storici consentirà di arricchire la proposta turistica del Paese, migliorare la mobilità sostenibile ed offrire nuove ed importanti opportunità di lavoro.
Forze politiche e associazioni locali sono adesso impegnate affinché la recente legge possa essere applicata e la ferrovia Alcantara-Randazzo venga realmente riattivata.