Memorie e tradizioni a Gangi: “Fasciddatu”, il pane delle festività pasquali

Un viaggio attraverso uno dei borghi più belli d’Italia: Gangi, un vero e proprio scrigno di tesori artistici, culturali, naturalistici e gastronomici.
Un luogo magico e silenzioso che vive sospeso tra tradizione, cultura e paesaggi mozzafiato: è il gioiello della Sicilia. Antico borgo siciliano in provincia di Palermo, arroccato sul monte Barone sorge sulle rovine di antichi insediamenti ellenici ed é uno dei borghi mediovali piú titolati d’Italia, facendo parte dei Comuni Gioello d’Italia e dei Borghi piu belli d’Italia. Il centro storico è stato completamente ricostruito nel 1300 a seguito della distruzione avvenuta nel 1299 durante la guerra del Vespro.

Nella recente fortuna mediatica e turistica di Gangi, un ruolo deve aver certamente avuto la cucina locale. Una cucina che non si fa notare tanto per delle preparazioni caratteristiche, quanto per il rigoroso utilizzo di ingredienti di stagione provenienti dal territorio. Non è un caso che la ristorazione gangitana, più che nei locali di tipo canonico, si sia invece sviluppata soprattutto negli agriturismi, dove vengono usate materie prime autoprodotte. Il primo esempio di alimento assimilabile è il pane, la sua origine risale agli antichi egizi, veniva ottenuto per fermentazione della pasta e cotto in forni a legna, poi in epoca Romana, la panificazione venne introdotta come servizio pubblico dove conobbe un grande sviluppo. Successivamente in epoca feudale, con l’introduzione dei mulini ad acqua, la preparazione del pane di casa e ovviamente del cosiddetto “fasciddatu”, così chiamato nel dialetto gangitano, si diffuse anche nelle Madonie, con la produzione principale nel periodo pasquale.
Tipico pane di forma rotonda, del periodo pasquale di Kg. 2 circa che può avere diverse decorazioni. L’impasto è realizzato con semola di grano duro, acqua, sale e lievito madre.

La cittadina, attualmente, fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia, tra incredibili viste panoramiche e suggestivi vicoli, ed è stata proclamata “Borgo dei borghi 2014”. Nel borgo esiste una piccola grotta che ospita la Fontana del Leone, datata 1931, in ricordo dell’assedio che Gangi dovette subire nel gennaio del 1926 dal ‘prefetto di ferro’ Mori, inviato da Mussolini in Sicilia, con lo scopo sconfiggere la mafia.