Svuotamento Diga Sciaguana: cercasi responsabile del disastro
Il Commissario del Consorzio Bonifica Sicilia Orientale, Francesco Nicodemo: «Lo svuotamento dell’invaso non è imputabile in alcun modo al Consorzio, che non può intervenire nelle operazioni gestionali del lago che sono invece a cura del Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti».
Il Wwf Sicilia Centrale aveva nei giorni discorsi diffuso la notizia secondo la quale lo svuotamento della diga “Sciaguana”, nel territorio del Comune di Agira in provncia di Enna, sarebbe stato deciso dal “Consorzio di Bonifica 6” di Enna. In realtà sembra che le cose non stiano proprio come le descrive l’associazione ambientalista che, certamente in buona fede, si è fidata di alcune “prime informazioni” senza verificarne l’attendibilità. In realtà, infatti, il bacino della diga è gestito dal Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti. E’ quindi nei confronti di questo Servizio che devono essere rivolte tutte le richieste di chiarimento.
Il Commissario del “Consorzio di Bonifica Sicilia Orientale”, a cui fa capo il “Consorzio di Bonifica 6” di Enna, Francesco Nicodemo è lapidario nel respingere qualsiasi responsabilità: «Ormai da diversi anni – scrive, tra l’altro Nicodemo -, il Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti (Servizio 4 Infrastrutture per le Acque) è il gestore dell’invaso, mentre il Consorzio di Bonifica (6 – Enna) è un mero utilizzatore delle acque dell’invaso Sciaguana, come pure dei laghi Nicoletti, Pozzillo e Olivo. Il Consorzio, infatti, gestisce esclusivamente la distribuzione e la manutenzione delle reti irrigue dipendenti dagli invasi a servizio degli agricoltori dei menzionati comprensori; reti che sono sempre ubicate a valle degli invasi stessi e che con essi non interferiscono».
«Ciò vuol – precisa con forza ilCommissario – che il Consorzio non ha alcuna competenza all’interno degli invasi sopra menzionati. In particolare, per il comprensorio Sciaguana, a fronte di una superficie attrezzata di 830 ettari, poco meno di 40 ettari vengono effettivamente irrigati ogni anno dagli agricoltori del territorio.
A titolo di esempio si consideri che durante la scorsa stagione irrigua il Consorzio ha prelevato, in favore della propria utenza, circa 130.000mc, volume modesto rispetto ai volumi che possono essere invasati in diga, pari a oltre 9,0 milioni di metri cubi di risorsa idrica. Di conseguenza, appare quanto mai chiaro come lo svuotamento dell’invaso non sia imputabile in alcun modo al Consorzio, che non può intervenire nelle operazioni gestionali del lago».
«Occorre altresì sottolineare – continua – che dagli atti di questo ufficio si evidenzia come il volume disponibile nel serbatoio Sciaguana, almeno dal 2017 ad oggi, sia notevolmente diminuito, nonostante i modesti prelievi consortili e, di contro, gli apporti idrici conseguenti agli eventi di pioggia delle stagioni invernali.
«Si evidenzia invece come i danni causati dallo svuotamento (la moria dei pesci, della fauna ittica e danni collaterali) non possono essere imputati al Consorzio, che invece li subisce, perché ogni operazione sulla diga viene effettuata dal Dipartimento, come Ente gestore».
«L’attuale situazione – conclude Nicodemo – comporterà un notevole danno economico agli agricoltori consorziati che non potranno irrigare le proprie colture».
In effetti, lo spettacolo che adesso si presenta agli occhi di tutti è terribile: il lago non esiste più, al suo posto una distesa di fango e limo teatro di una vasta moria di fauna ittica, con centinaia di esemplari ormai agonizzanti nelle residue pozze d’acqua in via di prosciugamento.
Per WWF Sicilia Centrale si tratta di un vero e proprio disastro ambientale: l’invaso Sciaguana ospitava una diversificata ed abbondante fauna ittica – rappresentata, tra gli altri, da Carpa, Carassio, Persico trota, Luccio, Tinca ecc.; senza contare le importanti popolazioni di anfibi che vivono in questi laghi, che comprendono anche specie tutelate a livello europeo, nonché i numerosi uccelli acquatici anche nidificanti, di specie migratorie tutelate ai sensi della L. 157/1992 (avifauna selvatica costituente “patrimonio indisponibile dello Stato”) ed anche a livello comunitario ed internazionale.
«La totale asciutta che è stata operata incide in maniera catastrofica anche sulla futura sopravvivenza delle principali componenti delle comunità biologiche, a cominciare dalla pressoché totale scomparsa dei macroinvertebrati – dichiara Ennio Bonfanti, presidente di WWF Sicilia Centrale – compromettendo la futura ricomparsa della componente ittica. Tale dissennato svuotamento del bacino, inoltre, sta comportando la pesantissima alterazione dei substrati riproduttivi nelle aree di frega di numerose specie, a maggior ragione se effettuate in questo periodo che corrisponde proprio all’epoca riproduttiva di varie specie».
Il WWF ha quindi notificato via p.e.c. a ben 10 Enti diversi un lungo ed articolato esposto in cui si denuncia il disastro ambientale in atto presso la diga. Nel contempo, l’Associazione ambientalista ha chiesto al Consorzio di Bonifica di accedere agli atti, per comprendere i motivi e le responsabilità di tale devastante scelta. Oltre che all’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente), all’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia ed al Libero Consorzio Comunale di Enna, WWF Sicilia Centrale ha chiesto l’intervento del Centro Anticrimine Natura (CAN) e del Nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale (NIPAAF) dei Carabinieri Forestale di Catania.
«Ai reparti specializzati dell’Arma dei Carabinieri abbiamo chiesto di accertare se nello svaso della diga Sciaguana siano ravvisabili fattispecie penalmente rilevanti – prosegue Bonfanti – procedendo – in caso affermativo – con apposite indagini di polizia giudiziaria ed accertamenti tecnici sui luoghi e sulle cose, raccogliendo quant’altro possa servire per l’individuazione dei soggetti responsabili».
All’Autorità giudiziaria il compito quindi di accertare le esatte responsabilità di quest’atto dissennato che ha causato un vero e proprio disastro ambientale ed economico.
